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Come ottimizzare il Largest Contentful Paint (LCP) dei Core Web Vitals

Introduzione

Buonasera!

Sei pronto a scoprire come migliorare il tuo punteggio di LCP e, di conseguenza, le prestazioni del tuo sito?

Ti garantisco che se sei il proprietario di un sito web, questo articolo farà al caso tuo.

Anche perché spesso non è facile capire come migliorare questa metrica.

Ti mostrerò i consigli condivisi da Barry Pollard, responsabile degli sviluppatori per le prestazioni web di Google Chrome.

A tratti questo articolo potrà sembrarti un po’ tecnico, ma non temere: userò frasi brevi, esempi pratici e paragoni simpatici per farti capire il tutto.

Iniziamo dai!

A tal proposito, sappi che l’ottimizzazione del LCP è una delle sfide più comuni che incontrano i consulenti SEO e sviluppatori.

Se anche tu trovi complicato migliorare il punteggio di PageSpeed Insights (PSI), beh… sappi che sei in ottima compagnia.

Che cos’è il Largest Contentful Paint (LCP)?

Il Largest Contentful Paint è una metrica dei Core Web Vitals che misura il tempo impiegato dall’elemento di contenuto più grande di una pagina per apparire nella viewport (ovvero la porzione di pagina che vedi sullo schermo, senza scorrere).

Largest Contentful Paint

L’elemento più grande può essere un’immagine, un blocco di testo come un paragrafo o un titolo.

Nell’immagine di sopra è praticamente la sezione che occupa il titolo e altri meta.

Perché è importante?

In parole povere, se quel grosso “pezzo” di contenuto compare troppo tardi, i tuoi utenti dovranno aspettare e probabilmente non saranno contenti. E come avrai già imparato (ahimè!) un utente insoddisfatto tende ad andarsene dal tuo sito… velocemente!

Facciamo una spiegazione pratica dell’LCP.

Immagina di essere in coda in pizzeria con i tuoi amici.

Hai fame e aspetti ansiosamente la tua pizza preferita (paragoniamola all’elemento più grande della pagina).

Quando finalmente arriva la pizza, potrai dire di aver raggiunto il tuo “Largest Contentful Paint” personale.

Se il cameriere è lento (come un server che risponde in ritardo) o se la pizzeria non ha gli ingredienti (problemi di hosting), la pizza arriverà tardi.

Risultato? La tua pazienza sarà messa a dura prova e probabilmente darai una recensione negativa a quella pizzeria.

I 5 suggerimenti di Barry Pollard per risolvere LCP

Nel suo intervento su come individuare i veri motivi di un LCP scadente, Barry Pollard ha sottolineato 5 punti fondamentali.

Li vedremo uno a uno.

1. Sappi quali dati stai guardando

“Uh-oh, i numeri di PageSpeed Insights sono bassi!”

Quante volte ti è capitato di vedere quei numeretti rossi o gialli e pensare: “Oddio, devo subito risolvere tutto con le Dev Tools di Chrome… altrimenti Google mi penalizzerà e addio visitatori!”.

Ma la prima cosa da fare non è fiondarsi sui test di laboratorio.

Barry suggerisce di continuare a leggere l’analisi di PageSpeed Insights (PSI), perché offre spunti preziosi sulle reali cause che affliggono la tua pagina.

Da dove arrivano i dati PSI?

  • Dati a livello URL: si riferiscono alla pagina specifica che stai analizzando.
  • Dati a livello di origine: sono dati aggregati che riguardano l’intero dominio o sito web.

Se la tua pagina riceve abbastanza traffico, allora avrai dati specifici a livello URL. Altrimenti, PSI mostrerà solo dati a livello di origine, cioè un riassunto dell’intero sito.

Se hai un sito poco trafficato, potresti non visualizzare dati granulari e dovrai lavorare con valori più generali.

2. Rivedi il punteggio TTFB (Time To First Byte)

Il TTFB misura il tempo che intercorre tra la richiesta inviata dall’utente e la ricezione del primo byte di risposta dal server.

Sorpresa! Se questa metrica risulta lentissima, c’è poco da ottimizzare altrove.

È inutile investire tempo in strategie di compressione delle immagini o minificazione del CSS se il tuo server impiega un’eternità a rispondere!

Esempio pratico anche qui.

Poniamo il caso di vendere scarpe online.

Se un utente clicca sulla tua pagina “Collezione Primavera” e il server impiega 5 secondi solo per iniziare a dire “ciao”, puoi immaginare che l’utente potrebbe andarsene prima ancora di aver visto il tuo bel catalogo.

Eh già, nessuno vuole aspettare al buio!

Possibili cause di TTFB elevato?

  • Distanza geografica tra utente e server.
  • Server sottodimensionato o troppo carico.
  • Codice inefficiente o query al database troppo pesanti.

3. Confronta TTFB con il test di laboratorio Lighthouse

PSI utilizza anche i dati reali degli utenti (detti “field data”), ma mostra pure dei test sintetici di Lighthouse (detti “lab data”).

Secondo Barry, dopo aver controllato il TTFB nei dati reali, dovresti dare un’occhiata all’audit “Initial server response time” di Lighthouse.

Questo ti dirà se il problema è ripetibile o se magari è stato solo un “colpo di sfortuna” temporaneo (eh sì, a volte succede!).

Nota Bene: i test di laboratorio sono simulazioni e, in quanto tali, non sempre riflettono esattamente l’esperienza reale degli utenti (ad esempio se hai un sito con pubblico internazionale, o se molti utenti usano dispositivi mobili di fascia bassa).

Se Lighthouse non riscontra un TTFB lento, può significare che il problema non si è ripetuto durante il test o che si verifica solo in determinate circostanze (un hosting sovraccarico in alcuni orari, una campagna pubblicitaria che genera picchi di traffico, ecc.).

Largest Contentful Paint

4. Verificare se la CDN nasconde un problema

Le CDN (Content Delivery Network), come RocketCDN o Cloudflare, velocizzano la distribuzione delle pagine copiandole in più server sparsi nel mondo.

Questo è fantastico se il tuo pubblico naviga da diverse parti del globo.

Tuttavia… potrebbe anche nascondere problemi originati dal tuo server principale.

Infatti, la prima volta che un utente richiede una pagina, la CDN deve comunque “passare” dal server originale e, se quest’ultimo è lento, quell’utente avrà la stessa attesa elevata.

Trucco di Barry: aggiungi un parametro all’URL (es. ?XYZ) per bypassare la cache. Se la pagina risulta lenta, significa che la CDN stava mascherando il tempo di risposta effettivo del server.

Esempio extra-pratico:

  • Il tuo sito è “www.example.com”.
  • Normalmente, l’utente vede la versione già cache-ata su una CDN, caricata in 1 secondo.
  • Se provi “www.example.com?XYZ” (o qualunque stringa che disabiliti la cache) e la pagina impiega 5 secondi, beh… ecco lì il colpevole: il server di origine!

5. Correggi ciò che può essere ripetuto

Arrivato a questo punto, potresti chiederti:

“Bene, ho individuato il problema… e adesso?”

Te lo tieni! No scherzo…

Barry consiglia di concentrarti su ciò che è realmente ripetibile.

Se il test di laboratorio e i dati reali (CrUX) dicono che il TTFB è alto, capiamo insieme il perché:

  • Il server è sottodimensionato?
    • Soluzione: cambia piano di hosting, o potenzia la macchina che ospita il tuo sito.
  • Il codice è troppo complesso/inefficiente?
    • Soluzione: ottimizza query, riduci plugin superflui, alleggerisci i calcoli eseguiti a ogni richiesta.
  • Il database va ottimizzato?
    • Soluzione: aggiungi indici, rivedi la struttura delle tabelle, sfrutta la cache a livello di query.
  • Connessioni lente da alcune località?
    • Soluzione: utilizza una CDN (se non lo fai già) o investi in server geograficamente distribuiti.
  • Reindirizzamenti inutili?
    • Soluzione: “meno reindirizzamenti, meno problemi”. Se puoi puntare subito all’URL finale, fallo.

Più riuscirai a replicare e misurare il problema, più saprai con sicurezza come risolverlo in maniera mirata e definitiva.

Altre cause comuni di un LCP basso

Oltre al TTFB, ci sono altre ragioni per cui il punteggio LCP di una pagina potrebbe essere scarso:

  1. Immagini non ottimizzate: se l’elemento più grande è un’immagine (es. un banner), verifica che abbia il giusto formato (WebP, AVIF) e che sia compressa adeguatamente.
  2. Render-blocking resources: file CSS o JavaScript troppo pesanti o posizionati in cima al codice HTML potrebbero rallentare il caricamento dell’elemento principale.
  3. Late loading di font: se utilizzi font esterni (ad esempio Google Fonts) e questi impiegano tempo a caricarsi, il browser potrebbe tardare a mostrare il testo.
  4. Dimensioni e posizionamento dell’elemento principale: a volte, l’elemento grande viene spinto più in basso nella pagina da altri contenuti caricati prima.

Esempio di ottimizzazione immagini

Sì, è ora di un esempio bello concreto!

Supponiamo che la homepage del tuo sito abbia un mega-bannerozzo da 2 MB in formato JPEG.

Cavolo che tortura.

Il LCP potrebbe essere molto alto, perché l’immagine è enorme e ci vuole tanto tempo per scaricarla e visualizzarla.

Come risolvere?

  • Converti l’immagine in WebP o AVIF, riducendo notevolmente il peso (anche il 50-60% in meno!). Io sono un grande fan dell’AVIF.
  • Ridimensiona correttamente la larghezza/altezza se sai che dovrà essere mostrata con larghezza massima di 1200px (non serve caricare 3000px!).
  • Caricala in modo lazy se non è effettivamente l’elemento principale della pagina, permettendo al browser di mostrarla solo quando l’utente la vede realmente.

Riassunto dei 5 suggerimenti per ottimizzare il Largest Contentful Paint

Prima di concludere, ecco un breve recap – come un bigliettino di appunti prima di un esame:

  1. Dai un’occhiata attenta a PageSpeed Insights
    • Controlla se stai vedendo dati a livello di URL o di origine.
  2. Valuta il TTFB
    • Potrebbe essere il “collo di bottiglia” che rallenta tutto il caricamento.
  3. Fai un test di laboratorio con Lighthouse
    • Verifica se il problema è ripetibile.
  4. Non farti ingannare dalle CDN
    • Usa dei trucchetti per bypassare la cache e scoprire se il server è lento.
  5. Focalizzati su ciò che puoi ripetere e misurare
    • Se sai che il server è troppo lento, investi su di esso. Se hai troppi reindirizzamenti, eliminali.

Conclusioni

Bravo/a.

Sei arrivato in fondo a questa guida (sono 1600 parole, più o meno).

Ora sai cosa controllare e quali accorgimenti prendere per migliorare il tuo Largest Contentful Paint e, in generale, i Core Web Vitals.

Non c’è dubbio: un sito veloce non solo piace a Google (che ti premia con un potenziale miglior posizionamento), ma fa anche felici i tuoi utenti.

Ricorda, quando si parla di prestazioni web, la pazienza degli utenti è più fragile di una tazzina di porcellana.

Se il tuo sito impiega troppo tempo a caricare, specialmente per mostrare l’elemento principale, gli utenti “ti salutano” e andranno altrove.

Grazie per la lettura!

Se hai domande, curiosità o vuoi condividere la tua esperienza, lascia un commento qui sotto.

A presto!

Proprietario di Wonder Channel, Wonize, co-founder di Consulenza Amazon. Lavoro come direttore marketing in Crystal Srl e consulente marketing per aziende che vogliono usufruire dei miei servizi.


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